Il progetto CARTANAPA
Lo scopo del PROGETTO CARTANAPA, svoltosi in 18 mesi a partire dal Giugno 2020, consisteva nel verificare eventualmente l’assenza di inquinanti nella fibra della canapa coltivata nelle aree limitrofe all’ILVA per destinarla, previa macerazione, alla realizzazione di carta di pregio o per migliorare la qualità del cartone da macero.
Con la LEGGE REGIONALE 6 GIUGNO 2017, N. 21 “Promozione della coltivazione della canapa per scopi produttivi ed ambientali” la Regione Puglia promosse la coltivazione e la trasformazione della Canapa (Cannabis sativa L.) nel territorio pugliese e la sua successiva commercializzazione, quale “coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura,
del consumo dei suoli, della desertificazione e della perdita di biodiversità”.
L’utilizzo della canapa sativa consente quindi di migliorare la qualità dei suoli inquinati, come quelli localizzati all’interno dell’area di crisi ambientale di Taranto.
La canapa infatti è un “bioaccumulatore”: è cioè una pianta in grado di immagazzinare al suo interno metalli pesanti presenti nel terreno senza compromettere il suo accrescimento, peculiarità che la rende impiegabile nel campo della fitodepurazione.
Da differenti studi internazionali si evince come la pianta sia in grado di accumulare nichel, piombo, cadmio nelle foglie ma non nella fibra.